Ultimamente si parla molto di informazione soprattutto in chiave web 2.0. La crisi dei giornali e dell’editoria in generale è stata aggravata dalla nascita dei social network e dal ruolo sempre più importante dei blog. Parola d’ordine: Diversificazione.

I giornali e gli editori ultimamente stanno soffrendo molto la crisi, come tutti del resto, mostrando soprattutto l’incapacità di potersi rigenerare di fronte a situazioni complicate come queste. Ne è esempio il caso creato intorno a Google News, dove gli editori hanno lamentato una posizione dominante sulle notizie da parte del colosso californiano. Ma rimane il fatto che l’informazione in generale è rimasta abbastanza lontana da ciò che invece avviene sul web, salvo in alcuni casi, accorgersi in manioera tardiva della situazione.
Di fronte a uno scenario simile l’unica cosa che si può fare è: diversificare. In che senso? Ce lo spiega meglio Steven Johnson, giornalista esperto di web media, scrive su Wired e New Yorker, fondatore di Outside.in, un sito molto interessante sull’informazione locale, che è stato anche al Festival internazionale del giornalismo di Ferrara, lo scorso Ottobre, il quale sostiene:
Il cambiamento è già in atto e riguarda la diversificazione dell’ecosistema dei media: più voci, più prospettive, piattaforme differenti e in evoluzione. Abbiamo ancora redazioni tradizionali e giornalisti, ma queste saranno sempre più integrate da un largo network di blogger professionisti, amatoriali, esperti, organizzazioni no profit, semplici cittadini.
Più voci e più prospettive. Mi piace molto questo concetto e mi sembra anche molto chiaro. E si capisce perché i media tradizionali evitino proprio questo tipo di atteggiamento. Ma ancora Johnson prosegue:
I social network, in particolare, avranno un ruolo sempre maggiore sia sulle notizie che sulla scelta delle stesse. La selezione della storia principale, invece che dai direttori dei giornali, sarà sempre più influenzata dai vostri amici di Twitter e Facebook.
Sono sicuro che i social network avranno sempre più un ruolo fondamentale nella diffusione delle notizie. Vedi il caso Twitter, che ha dimostrato come i media non abbiano saputo, per problemi di mancanza di capacità, dare le notizie che provenivano dall’Iran in pieno caos seguito alle elezioni presidenziali. E anche di recente Twitter non ha mancato di accentuare le difficoltà dei media tradizionali. Il futuro che traccia Johnson è sempre più orientato al web ed è bella l’immagine che lui ci da del prossimo futuro dei giornali.
Alla fine in concetto che rimane, racchiuso in una parola molto efficace è Diversificazione, non fossilizzarsi in un canale, trovare nuove strade attraverso cui far viaggiare le notizie. Un concetto tanto vago, quanto concreto. E speriamo che qualche editore legga le parole di Johnson.