Proviamo a vedere cosa dicono i grandi leader a proposito della Crisi. Prendiamo ad esempio Obama e Berlusconi.
Ormai la Crisi si sta facendo sentire ogni giorno di più con tutto il suo peso. I leader di tutti i paesi cercano quotidianamente un modo per frenarla mettendo in campo idee e strumenti per fronteggiarla, tenendo conto delle conseguenze amare che ci saranno per tutti. E, come si sa, i grandi leader in momenti come questi, sanno tirara fuori il loro meglio, cercando di non deludere i propri cittadini promettendo, o cercando di promettere, che la via d’uscita da questa situazione è a portata di mano. Ma come l’affronta Obama negli Usa? E Berlusconi in Italia? Di sicuro hanno un diverso modo di approcciare la politica e quindi sono molto diversi.
Il Presidente Obama ha sin da subito, appena eletto, concentrato tutto i suoi sforzi nel cercare di dare più tranquillità agli americani, che stanno soffrendo una grave crisi. La quale ha diffuso rapidamente il suo raggio d’azione in tuttoil mondo, investendo anche il nostro paese. Ma cosa dice Obama di preciso?: ” “Noi ricostruiremo, noi ci riprenderemo e gli Stati Uniti d’America torneranno più forti di prima”, nel suo primo discorso alla Nazione, e ancora “”Abbiamo messo a punto una strategia a vasto raggio disegnata per attaccare questa crisi su tutti i fronti. E’ una strategia volta a creare posti di lavoro, aiutare i proprietari di case responsabili, riavviare il meccanismo del credito, far crescere la nostra economia sul lungo termine”. “”Il modo migliore per ridurre il nostro deficit nel lungo periodo non è continuare con la stessa politica che ci ha portato a una fragile prosperità e a un debito massiccio – dice Obama – E’ con un bilancio che ci porti a una ampia crescita economica spostandoci da un’era di ‘prendi in prestito e spendi’ a un’era in cui risparmiamo e investiamo”. Quindi, inversione di tendenza, nel cercare una soluzione rapida e quanto mai indolore, per dare nuova linfa all’economia. “Usciremo da questa recessione. Ci vorrà tempo e pazienza e la comprensione che quando lavoriamo tutti insieme guardando oltre gli interessi a breve termine allora è quando possiamo avere successo e prosperare. E’ esattamente quello che dobbiamo fare in questo momento”. Pazienza, fiducia e lavorare insieme, queste le parole d’ordine di Obama per superare questo momento di difficoltà. Assolutamente da condividere.
Berlusconi invece è sempre più convinto che avere più poteri per sè significhi governare meglio. Su questo ci sarebbe molto da discutere, ma paraginandolo al messaggio di Obama che chiama tutti gli americani e tutti i leader a lavorare insieme per uscire dalla Crisi, il nostro Presidente da tempo dice “La missione prioritaria del Governo è oggi, indefettibilmente, quella di portare l’Italia fuori da questa crisi economica” – “ma nessuno ha la ricetta” per superare la crisi. Il Governo “non può intervenire con immediatezza” causa assetto istituzionale e il premier “deve avere maggiori poteri”. E poi specifica “in Italia il presidente del Consiglio ha solo poteri quasi inesistenti, poteri finti. E’ la verità, ed è per questo che il Governo non può intervenire con immediatezza e lo Stato non può funzionare. Era vero in tempi di ordinaria amministrazione, lo è in tempi di emergenza”, dice per invocare più poteri per il premier: “In questi momenti difficili, l’esperienza recente ci ha insegnato che l’azione del premier è fondamentale e per poterla svolgere deve avere maggiori poteri”. Quindi sostiene che se avesse più poteri e libertà decisionale avrebbe molte più probabilità di portare il nostro paese fuori dalla Crisi. Un messaggio quindi non alla coralità, all’unità per contrastare i problemi, ma il contrario. “Il sistema e’ solido e le piccole e medie imprese sono straordinarie”. Al sistema paese serve dunque solo “un po’ di aspirina- e’ l’opinione del premier- perche’ dopo aver passato tre giorni con i leader europei mi sono accorto che noi abbiamo fatto prima e di piu’ per contrastare la crisi”. Il continuare a sostenere che l’Italia stia meglio di altri non basta ad incoraggiare gli italiani che si aspettano ben altre azioni. Ma, ed è questione di oggi, propone un patto al prossimo G8, social pact che “possa sostituire al pessimismo l’ottimismo, alla sfiducia la fiducia e trasformare la paura in speranza”. Finalmente qualche parola di speranza e di sano ottimismo. Speriamo sia contagioso.