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Automazione: i Robot spaventano gli italiani, 4 su 10 temono per il lavoro

All’Internet Day di oggi è stata presentata un’indagine dal titolo “Uomini, robot e tasse: il dilemma digitale” che delinea quello che è il pensiero degli italiani verso il processo di Automazione che sta investendo diversi ambiti. Dall’indagine emerge che 4 italiani su 10 pensano che questo fenomeno metterà a rischio i posti di lavoro.

Di Automazione di parla sempre di più, anche perchè quello che stiamo vivendo è un fenomeno che definire “Rivoluzione” non è esagerato. I processi di Automazione, ossia quel’insieme di tecnologie che realizzano macchine che non necessitano dell’intervento umano, sono sempre più crescenti in ogni ambito, soprattutto nelle aziende. E’ una condizione che parte da lontano, da quando in quella fase storica che è stata la Rivoluzione Industriale compariva la macchina a vapore, per poi passare al motore a scoppio e via via tutte le altre tecnologie che hanno “sostituito” l’intervento umano. Ebbene, anche nella fase storica del Digitale, quella che stiamo vivendo, della Digital Transformation si parla di Automazione, anche perchè la tecnologia nel tempo si è evoluta al punto da permettere la realizzazione di robot in grado di fare quello che fanno gli umani.

E’ in questo contesto che nasce l’indagine Agi-Censis, “Uomini, robot e tasse: il dilemma digitale”, presentata all’Internet Day – #InternetDay, il compleanno di Internet che abbiamo trasmesso in diretta qui sul nostro blog, la quale rileva un dato che di fatto rappresenta il futuro che ci aspetta. In pratica, per 4 italiani su 10 l’Automazione che la tecnologia sta portando nei processi produttivi toglierà più posti di lavoro di quanti ne creerà. Secondo gli italiani che hanno partecipato all’indagine, il nostro paese da una parte soffre un ritardo per quel che riguarda l’Innovazione, dall’altro lato temono l’allargamento dei divari e i rischi per quello che riguarda l’aspetto occupazionale.

automazione automation lavoro franzrusso.it 2017

Dall’indagine emerge che sono quelli più deboli ad essere spaventati dal fenomeno Innovazione. I profili sociali più vulnerabili, in particolare coloro che vivono in famiglie di basso livello socio-economico, ossia 66,7%, o che sono privi di titoli di studio superiori, il 59,2%, sono convinti che i processi innovativi finiranno per ampliare la forbice tra i ceti sociali.

Quindi, il 37,8% degli italiani ritiene che processi di Automazione sempre più avanzati e pervasivi determineranno un impoverimento di posti di lavoro. Come visto già prima, anche in questo caso le maggiori preoccupazioni sono riscontrabili tra chi non dispone di titoli di studio elevati, il 43,8%. Diversamente da questi, il 33,5% degli intervistati ritiene che le opportunità aumenteranno in uno scenario di nuovi lavori ancora per gran parte inesplorato. Il quadro si chiude con il 28,5% degli italiani che ritengono che i posti di lavoro nel complesso non varieranno in termini numerici.

Come detto in apertura, una delle preoccupazioni degli italiani è il ritardo rispetto all’Innovazione. Da questo punto di vista, il 44,6% degli intervistati pensa che l’Italia, nonostante alcune eccellenze, non stia tenendo il passo dei paesi più avanzati in tema di Innovazione. Il 29,6% è poi convinto che l’Italia stia cambiando, ma solo al traino di quanto avviene all’estero. Solo il 9,8% degli italiani ritiene che il gap tecnologico accumulato in passato si sia ridotto negli ultimi anni. Vi è poi un 15,3% di “iper-critici” che sposa la tesi che l’Italia sia sprofondando tra i paesi più arretrati d’Europa.

E voi che ne pensate? Credete anche voi che l’Automazione possa “rubare” posti di lavoro?

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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