Amazon ha ripreso a investire su X, mentre Apple ci sta pensando. Elon Musk, con il suo nuovo ruolo governativo, potrebbe generare nuovi sviluppi per la sua piattaforma. Ma è solo illusione o una ripartenza?
Dopo mesi di tensioni e fughe di investitori pubblicitari, X – la piattaforma di Elon Musk, precedentemente nota come Twitter – potrebbe aver trovato una via d’uscita dalla crisi pubblicitaria che l’ha colpita a partire dalla sua acquisizione nell’ottobre 2022.
Amazon e Apple, due tra le più grandi aziende del settore tecnologico, stanno valutando un ritorno sulla piattaforma, una mossa che rappresenta un’inversione di tendenza rispetto all’abbandono di massa che ha caratterizzato l’ultimo anno.
La decisione arriva in un momento cruciale, tra il consolidamento del controllo di Musk sulla piattaforma, la sua crescente influenza politica e un progressivo miglioramento delle finanze di X.
Ma questo ritorno degli inserzionisti è davvero un segnale di ripresa o è solo una strategia temporanea in attesa di scenari più favorevoli?
La fuga degli inserzionisti e l’anno buio per X
Quando Elon Musk ha acquisito Twitter per 44 miliardi di dollari, l’idea era quella di trasformare la piattaforma in un hub di libertà di espressione, riducendo le limitazioni imposte dalla precedente gestione.
Ma questa visione ha rapidamente scontrato le aspettative delle aziende che investivano nella pubblicità su Twitter: marchi come Disney, IBM, Apple e Amazon hanno ritirato i loro investimenti, preoccupati dall’aumento dei contenuti controversi e dalla riduzione dei controlli sulla moderazione.
Il punto di rottura si è verificato alla fine del 2023, quando Musk ha pubblicamente attaccato gli inserzionisti durante un evento al Festival Internazionale della Creatività di Cannes, accusandoli di voler controllare la piattaforma attraverso la leva finanziaria.
Il messaggio era chiaro: X poteva sopravvivere anche senza pubblicità. Un’affermazione audace, ma difficilmente sostenibile sul lungo periodo.
Il risultato è stato un crollo del fatturato pubblicitario di X, con le entrate in calo del 50% rispetto ai livelli pre-acquisizione. A quel punto, Musk ha dovuto ripensare la strategia, puntando sempre più sugli abbonamenti a pagamento per compensare la perdita degli introiti pubblicitari.
Amazon e, forse, Apple tornano su X
Secondo il Wall Street Journal, Amazon ha iniziato ad aumentare il proprio investimento pubblicitario su X, mentre Apple sta valutando un ritorno più deciso.
Si tratta di una decisione che arriva in un momento delicato, in cui diversi elementi sembrano aver contribuito a un cambio di rotta. Li vediamo di seguito
Miglioramento della situazione finanziaria di X
Le banche che hanno finanziato l’acquisizione di Twitter da parte di Musk stanno preparando la vendita di circa 3 miliardi di dollari di debito della piattaforma.
Questo segnale indica che, nonostante le difficoltà, X comincia a mostrare segni di stabilità e potrebbe aver migliorato la propria capacità di attrarre investitori.
Musk e l’amministrazione Trump: una nuova alleanza
La nomina di Elon Musk a capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa nell’amministrazione Trump ha rafforzato il suo ruolo politico negli Stati Uniti.
Questo potrebbe aver spinto aziende come Amazon e Apple a riconsiderare il loro rapporto con X, considerando il peso crescente che la piattaforma potrebbe avere nell’ecosistema digitale e politico americano.
Il dilemma della visibilità pubblicitaria
X, nonostante tutto, resta una piattaforma con una base utenti attiva, con oltre 500 milioni di utenti mensili secondo gli ultimi dati.
Anche se la visibilità degli annunci su X è crollata negli ultimi mesi, il ritorno di alcuni inserzionisti potrebbe rilanciare l’interesse di altri brand.
Ma non senza aver fatto prima opportune considerazioni.
I rischi per Amazon, Apple e altri brand
Sebbene il ritorno su X possa sembrare una mossa strategica, Apple e Amazon potrebbero esporsi a diversi rischi, tra cui:
- Danno reputazionale: molti utenti e associazioni hanno criticato il modo in cui X gestisce i contenuti sensibili. Un’azienda che torna a fare pubblicità su X rischia di essere associata a un ambiente non proprio sicuro per il proprio brand.
- Instabilità della piattaforma: X è ancora lontana dall’essere una piattaforma stabile dal punto di vista pubblicitario. Il modello di business basato sugli abbonamenti a pagamento non ha ancora dimostrato di poter compensare la fuga degli inserzionisti, e il futuro della piattaforma dipenderà molto dalla capacità di Musk di riconquistare la fiducia degli investitori.
- Legami con la politica: il legame sempre più stretto tra Musk e l’amministrazione Trump potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Se da un lato rende X un canale strategico per alcuni brand, dall’altro potrebbe alienare aziende che cercano di mantenere una neutralità politica.
X può davvero tornare interessante per gli inserzionisti?
Nonostante i segnali positivi, il mercato pubblicitario di X rimane fragile. La piattaforma deve ancora dimostrare di poter competere con giganti come Google e Meta, che offrono agli inserzionisti strumenti avanzati per la targetizzazione e il monitoraggio delle campagne.
Inoltre, la gestione di Musk, spesso imprevedibile e poco incline al compromesso con le aziende, rappresenta un’incognita che molti marchi faticano ad accettare.
Se Amazon e Apple dovessero consolidare la loro presenza pubblicitaria su X, questo potrebbe segnare un punto di svolta per la piattaforma. Tuttavia.
Solo che è ancora presto per dire se questo rappresenti un’inversione di tendenza definitiva o solo un tentativo temporaneo di esplorare nuove opportunità pubblicitarie.
Potrebbe essere un’illusione temporanea
Il ritorno degli inserzionisti su X potrebbe rappresentare una vittoria per Elon Musk, ma la sfida più grande sarà mantenere questa fiducia nel lungo periodo.
La piattaforma deve trovare un equilibrio tra la libertà di espressione tanto cara a Musk e le esigenze degli investitori pubblicitari, che cercano un ambiente attento alla brand safety per le proprie campagne.
Se X riuscirà a dimostrare che la sua offerta pubblicitaria può essere efficace, potremmo assistere a un ritorno graduale di altri inserzionisti.
Se invece l’ecosistema pubblicitario resterà instabile, il rischio è che questi primi segnali di ripresa si rivelino solo un’illusione temporanea.