Twitter ha reso noti i dati relativi all’ultimo trimestre del 2016, il Q4 2016, e il quadro che ne viene fuori non è entusiasmante. I ricavi crescono solo dell’1% e deludono le previsioni, fermandosi a 717,2 milioni di dollari. La base utenti cresce solo di 2 milioni, sono adesso 319 milioni, e le perdite sono di 167,1 milioni, in aumento. Un quadro tutt’altro che idilliaco.
Twitter ha presentato ieri i dati relativi all’ultimo trimestre del 2016, quello che chiude un anno da dimenticare per l’azienda fondata e guidata oggi da Jack Dorsey. E a vedere i numeri, il 2017 per la piattaforma da 140 caratteri nnon si apre sotto i migliori auspici. I dati pubblicati ieri non sono quelli che ci si aspettava, molti attendevano uno spiraglio positivo, a fronte di uno sforzo fatto sulla piattaforma negli ultimi sei mesi dell’anno scorso. Ma a quanto pare non è stato così. E il titolo ieri ha lasciato sul campo più del 12%, portanto il valore dell’azioni a 16,4 dollari per un valore totale di 12 miliardi di dollari.
Ma vediamo insieme qualche numero per poi fare qualche considerazione più specifica.
I dati del Q4 2016 di Twitter erano molto attesi, c’era molta attenzione sull’azienda che nel corso dell’ultimo anno ha ceduto a Wall Street molto del suo valore. L’azienda Twitter ha chiuso l’ultimo trimestre del 2016 con ricavi pari a 717,2 milioni di dollari, al di sotto delle attese che prevedevano una chiusura a 740,1 milioni di dollari. A questo bisogna aggiungere anche la scarsa crescita dei ricavi stessi: +1% in un anno. Erano attesi guadagni per 182 milioni di dollari, invece si sono fermati a 95 milioni di dollari.
Le perdite nette sono di 167,1 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 90,2 milioni registrati nello stesso periodo dell’anno precedente. La situazione è quindi di perdita, ossia di conti in rosso, una situazione che Twitter si porta dietro dal 2013, proprio dallo sbarco a Wall Street. E Twitter ha messo al primo posto tra gli obiettivi da raggiungere nel 2017 proprio quello di azzerare le perdite. Obiettivo difficile da raggiungere, onestamente.
La situazione non migliora sul fronte della base utenti. Ma davvero qualcuno sperava che l’endorsement del neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, potesse servire a rivitalizzare Twitter? Purtroppo, c’era chi ci sperava. Ma la situazione continua ad essere grave. La base utenti al dicembre 2016 è di 319 milioni, con una crescita di soli 2 milioni di utenti rispetto ai tre mesi precedenti. Una crescita in tre mesi dello 0,6%! Numeri che dichiarano una crescita stagnante, ferma. Una considerazione importante è che questa crescita non arriva dagli Usa, fermi a 67 milioni anche a dicembre 2016.
La raccolta pubblicitaria è in leggero calo, anche se in una situazione come questa anche un “leggero calo” diventa pesante. Negli Usa si è registrato una calo della pubblicità su Twitter del 5%. Un dato questo che è strettamente legato alla crescita lentissima della base utenti. Les time poi dicono che entro fine anno il calo sarà dell’1,1%.
[UPDATE – 1]
Twitter ieri ha perso ancora a Wall Street: -5,06%, valore per azione a 15,58 (quindi sotto i 16 dollari). Il valore complessivo è quindi sceso a 9,76 miliardi di dollari, ossia quasi la metà del valore del 2013, l’anno in cui si quotò in borsa.
Una situazione difficile da gestire e gli effetti degli sforzi fatti sui video non si sono (ancora) visti. Pensate che sono state 4,2 milioni le visualizzazioni su Twitter nell’ultimo dibattivo che chiudeva la campagna elettorale presidenziale Usa; 7,5 milioni quelle raggiunte all’elezione di Trump e 8,6 milioni quelle raggiunte al giuramento. Altri 3,5 milioni sono arrivati dall’esperienza fatta con alcune partite della NFL. Sono state poi 600 le ore di streaming sulla piattaforma di contenuti video live.
Twitter ha dei seri problemi in apertura di questo nuovo anno, e sono gli stessi dello scorso anno. Solo che adesso i numeri danno una dimensione davvero pesante da gestire. A questo punto non si sa se le prossime feature e quelleda introdurre nelle prossime settimane, come il tab Esplora o i nuov strumenti per contrastare troll e abusi, possano risollevare le sorti.
Due sono le strade adesso percorribili. La prima, è quella di azzerare il management e assumere persone capaci du rilanciare la piattaforma, a cominciare da Jack Dorsey che dovrebbe fare un passo indietro. La seconda, quella che non è riuscita nel 2016, è vendere la piattaforma. Ormai il valore è calato a tal punto che l’azienda potrebbe essere acquisita ance ad un prezzo inferiore di 10 miliardi di dollari. Una situazione che potrebbe essere allettante. Staremo a vedere.