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B2B Digital Day 2018: no, il B2B non è morto!

B2B Digital Day, evento unico in Italia dedicato al mondo B2B, ha decretato una volta per tutte che questo segmento non è morto, anzi. Ha grandi margini di crescita. Seguendo la ricetta di Giorgio Soffiato e le dritte di Gianluca Diegoli, e tutti gli altri casi concreti mostrati durante la giornata, il B2B vivrà una seconda giovinezza.

Se pensavate che il B2B fosse morto, allora ricredetevi e il B2B Digital Day ne é la chiara e limpida dimostrazione. Una giornata organizzata magistralmente da Marketing Arena con interventi molto interessanti e casi concreti. Appare chiaro che il B2B é vivo e “lotta insieme a noi”, tanto per stare nel tema delle citazioni. Deve forse lottare un po’ di più, questo è vero. Ma la risposta é chiara: il B2B é vivo. I margini di crescita sono tanti e tali da non lasciare dubbi. E, per iniziare dalla fine, come si è detto al termine della giornata, adesso è il momento di lavorare. Gli spunti e le idee ci sono, adesso è il momento di metterle in pratica.

In un contesto di trasformazione digitale, come quella che stiamo vivendo, il B2B é quello che fatica di più, senza stare ad elencare le motivazioni chiare ai più, ma una su tutte è certamente legata alla lentezza con cui le aziende di questo segmento di stanno trasformando.

Oggi il B2B deve fare marketing in un modo del tutto nuovo, deve offrire una esperienza nuova, facile, immediata, questa è davvero la sfida.

E come farlo? Puntando sul Valore, seguendo quella che é la ricetta di Giorgio Soffiato, colui che ha ideato questo evento unico nel suo genere in Italia. E cioè, fare meglio, sicuramente, tesi quanto mai anche in questo contesto, ma adottando un processo nuovo che si basi: sulla percezione del proprio mercato; sulla relazione con la clientela; sulla definizione e  l’implementazione di proposte di Valore.

Se c’è una “lista della spesa” allora, per seguire queste indicazioni, eccola:

  • Valore
  • Audience
  • Journey
  • Platform
  • Digital Marketing
  • Analytics

E’ un processo da seguire passo passo che porta, alla fine, al dato, quell’elemento oggi prezioso che serve ad estrarre informazioni che prima non era possibile avere. Ecco il grande vantaggio.

Il B2B deve sicuramente guardare al B2C, prendendone le caratteristiche tipiche, anche lo storytelling come ci ha ricordato nel suo intervento Gianluca Diegoli (qui l’intervista), devono raccontarsi perchè di storie da raccontare ce ne sono. E raccontate nella maniera corretta possono creare coinvolgimento.

Ma Diegoli ha anche sottolineato che le aziende B2B devono essere tornare brand, devono rendersi riconoscibili: Back To Brand = B2B. Devono tornare a rendersi riconoscibili attraverso una roadmap che parte dal packaging, passa dal rafforzamento della personalità e dai valori condivisi, fino ad arrivare a stabile chiaramente un proprio status.

In tema di casi concreti, come non citare Moleskine, grande esempio di come il B2B riesce anche a trasmettere emozioni, e loro ci riescono alla grande. Moleskine, come sapete, riproduce quel modello di taccuino usato già da Oscar Wilde, Vincent van Gogh, Pablo Picasso, Ernest Hemingway e Henri Matisse. Anche se il vero modello Moleskine è quello che usava lo scrittore Bruce Chatwin. Oggi l’azienda riesce a trasmettere emozioni realizzando taccuini personalizzati per Nespresso, Huawei e Starbucks, per citarne solo alcuni.

Importantissimo anche il concetto espresso da Michela Guerra, Regional Head Digital Marketing, Content & Communication di SAS Italy, che ci ha ricordato che oggi il marketing è “fluido e concreto allo stesso tempo”, fatto di lavoro in team e dalle competenze delle persone. “É un marketing in continua evoluzione e bisogna essere bravi ad intercettare il cambiamento”

É stata una intensa giornata con interventi concreti e molto interessanti. Ma non posso chiudere non citando il buon Mauro Berruto, ex ct della nazionale volley (che molti di voi ricorderanno) oggi ct della nazionale di tiro con l’arco, che ha illuminato tutti con il suo grande intervento partendo da quella che è passata alla storia come la più breve poesia mai scritta in inglese: “Me, we“. Autore Muhammad Alí, si il più grande pugile di tutti i tempi si dilettava con le poesie. Ebbene, “Me, We” é la stessa frase di “We, Me”, se provate a capovolgerla otterrete proprio questo risultato.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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