Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni sembra richiamare alla memoria il periodo gelido della Guerra Fredda. Il terreno dello scontro oggi è il Web, da una parte censurato e dall’altra sancito come diritto fondamentale. Come finirà?
Dal momento in cui Google ha deciso di contrastare e di non sottostare più alla politica censoria e restrittiva praticata dalle autorità cinesi sul web, e direi anche che ha fatto bene, si è scatenato un inevitabile scontro a livello internazionale, coinvolgendo i massimi livelli governativi, cinesi da una parte e americani dall’altra. Uno scontro in vero stile “guerra fredda”, combattuto su un terreno nuovo, il web, che rischia di far saltare equilibri finora costruiti con minuzia e pazienza. Proprio con la Cina Obama all’inizio del suo mandato presidenziale si era ripromesso di costruire nuovi rapporti. Ebbene a distanza di un anno tutto questo è già messo a dura prova.
In buona sostanza, in Cina il Web non è libero, è sempre controllato e censurato dalle autorità che reprimono la libertà sul web con leggi di chiaro spirito censore, annullando quello che è lo spirito del web, cioè libero e democratico, aperto a tutti senza distinzione e restrizione di sorta. Dopo la mossa di Google e dopo che la Cina ha reagito dicendo che Google avrebbe continuato a stare in Cina a patto che rispettasse le regole, cioè le regole della censura, è scesa in campo la politica. Infatti ieri Hillary Clinto, segretario di Stato della presidenza Obama, è intervenuta in maniera chiara e decisiva sulla questione con un discorso al Newseum, il museo del giornalismo a Washington, che ho trovato molto interessante e che condivido molto. La Clinton ha invitato tutti i governi ad evitare qualsiasi forma di restrizione della libertà di espressione.
Una nuova cortina dell’informazione sta discendendo su gran parte del mondo
Una frase ad effetto questa che equipara l’era del web che viviamo oggi a quella del 1946 quando Churchill espresse quelle parole per denunciare la “cortina di ferro che sta discendeno sull’Europa”. Il paragone è forte, in pratica la Clinton mette sullo stesso piano la Cina di oggi, che impedisce la libera circolazione delle idee, con i sovietici di quel tempo che impedivano la libera circolazione delle persone dando inizio di fatto alla Guerra Fredda.
I paesi che restringono il libero accesso all’informazione o che violano i diritti fondamentali degli utenti di Internet, rischiano di chiudersi dietro a un muro che li separa dal progresso del prossimo secolo.
Ha ricordato anche i samizdat, le pubblicazioni clandestine che erano contro il regime, per sottolineare che gli Usa saranno sempre per la libera circolazione delle idee superando ogni tipo di muro.
Parole che oggi hanno provocato una reazione dura da parte del governo cinese, che ha lquidato il discorso della Clinton come dannoso per i rapporti tra i due paesi, richiamando gli Usa al rispetto delle regole cinesi.
La Cina ha la sua situazione nazionale e le sue tradizioni culturali e gestisce Internet in accordo con le sue leggi e con le pratiche internazionali.
Per carità nessuno si sogna di violare l’autonomia del governo cinese, qui è in gioco la libertà di espressione e la libertà delle persone, riconosciute a livello universale. Riconoscendo internet come diritto di tutti, libero e democratico, ecco che la questione tocca tutti a qualsiai livello. E parliamo di un paese che non è nuovo a restrizioni pericolose delle libertà delle persone. E credo che anche in questo caso sarà dura. Se la Cina continua a vedere il web come una minaccia, e automaticamente sono una minaccia anche chi sostiene la rete libera per tutti, allora la questione sarà di difficile risoluzione, precludendo anche quegli sforzi di apertura che negli ultimi tempi la Cina ha intrapreso. E’ un caso molto delicato questo che richiederà ancora del tempo.
Al seguente link potete vedere il servizio realizzato da UniromaTV dal titolo “Politica americana dalla guerra fredda a Obama”
http://www.uniroma.tv/?id_video=15038
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Molto interessante. Grazie!