Non l’hanno visto arrivare. DeepSeek, un modello IA open-source sviluppato in Cina, ha sconvolto il mercato, mettendo in discussione il dominio di OpenAI e Google. Con costi ridotti e alte prestazioni, potrebbe ridefinire il futuro dell’IA generativa.
Non l’hanno visto arrivare…Potrebbe essere questo il titolo per descrivere ciò che è successo e sta succedendo ancora.
Come abbiamo visto, e raccontato, l’intelligenza artificiale generativa ha visto negli ultimi anni una corsa sfrenata, dominata principalmente dagli Stati Uniti con OpenAI, Google e Microsoft a contendersi il primato.
Adesso un nuovo attore è entrato in scena e ha sconvolto il mercato. Si tratta di DeepSeek, un modello di intelligenza artificiale sviluppato in Cina, totalmente open-source e in grado di competere con i giganti occidentali.
Il suo arrivo ha già avuto ripercussioni pesanti su Wall Street e potrebbe cambiare per sempre il panorama dell’IA generativa. Ma DeepSeek è davvero un “GPT killer”? E quali saranno le conseguenze di questa rivoluzione?
Cos’è DeepSeek e perché è diverso dagli altri modelli
DeepSeek è un modello di intelligenza artificiale generativa sviluppato da una startup cinese fondata nel 2023. A differenza di ChatGPT, Gemini e Copilot, DeepSeek-R1 è completamente open-source, il che significa che chiunque può scaricarlo, modificarlo e utilizzarlo senza costi.
Questa è la prima grande differenza rispetto ai modelli statunitensi, che sono chiusi e proprietari, costringendo aziende e sviluppatori a pagare per il loro utilizzo.
Un altro aspetto rivoluzionario è il costo di sviluppo: DeepSeek è stato realizzato con meno di 6 milioni di dollari, mentre OpenAI, Google e Microsoft investono miliardi nella loro infrastruttura di IA.
Inoltre, a causa del divieto imposto dagli Stati Uniti sull’esportazione di chip avanzati in Cina, gli sviluppatori di DeepSeek hanno dovuto trovare soluzioni alternative, dimostrando che non servono necessariamente GPU Nvidia di ultima generazione per creare modelli AI di alto livello.
L’effetto DeepSeek su Wall Street: una scossa per le Big Tech
L’uscita di DeepSeek non è passata inosservata nel mondo della finanza. Le azioni di Nvidia sono crollate del 17% in un solo giorno, con una perdita di circa 680 miliardi di dollari di capitalizzazione, segnando la peggiore disfatta nella storia della borsa statunitense per una singola azienda.
Anche altre Big Tech, come Microsoft, Alphabet (Google) e Meta, hanno subito un calo significativo.
Il motivo? Se un modello come DeepSeek può essere creato con hardware più economico ed essere open-source, allora il dominio delle Big Tech sull’IA generativa potrebbe non essere più garantito.
L’effetto domino potrebbe essere devastante per chi ha puntato tutto su un’intelligenza artificiale proprietaria. Fino ad oggi, il mercato ha dato per scontato che servissero investimenti miliardari per dominare il settore dell’IA.
DeepSeek ha dimostrato che questa narrazione potrebbe non essere per sempre.
Chi c’è dietro DeepSeek?
DeepSeek è stato fondato da Liang Wenfeng, un imprenditore cinese con un background in ingegneria del software e intelligenza artificiale.
Prima di lanciare DeepSeek, Liang aveva co-fondato High-Flyer, un hedge fund basato su algoritmi AI, che ha dimostrato come l’intelligenza artificiale potesse essere applicata con successo alla finanza.
Nel 2023 ha deciso di fondare DeepSeek con un obiettivo ambizioso: rendere l’IA accessibile a tutti attraverso l’open-source, sfidando il modello proprietario imposto dagli Stati Uniti.
Grazie ai finanziamenti di High-Flyer, DeepSeek è riuscita a sviluppare un modello di intelligenza artificiale avanzato con risorse limitate, sfidando i giganti della Silicon Valley con una filosofia completamente diversa.
Ma DeepSeek è un GPT killer?
La domanda che tutti si pongono è: DeepSeek può davvero mettere in crisi OpenAI e gli altri colossi dell’IA? La risposta è complessa.
Sul piano tecnico, ChatGPT ha ancora alcuni vantaggi, come un’infrastruttura cloud avanzata e l’integrazione multimodale (testo, immagini, video, audio). Tuttavia, DeepSeek ha dimostrato che si può competere ad armi pari con meno risorse e con un modello open-source.
Ma il vero pericolo per OpenAI, Google e Microsoft non è solo la tecnologia: è il cambio di paradigma che DeepSeek ha introdotto. Se un’IA di alta qualità può essere gratuita e accessibile a tutti, chi pagherà per i modelli proprietari?
Le conseguenze potrebbero essere enormi, anche se siamo nell’ordine delle ipotesi:
- Più aziende e sviluppatori potrebbero scegliere DeepSeek al posto di modelli proprietari.
- Il mercato dell’IA potrebbe frammentarsi con più modelli open-source indipendenti.
- Il dominio statunitense sull’IA generativa potrebbe indebolirsi, aprendo la strada a nuove alternative globali.
Il futuro dell’IA generativa dopo DeepSeek
DeepSeek ha già cambiato le regole del gioco e costretto le Big Tech a ripensare la loro strategia.
Gli Stati Uniti dovranno decidere se regolamentare ancora di più l’IA o adottare un approccio più aperto per competere con l’ondata open-source.
Nel frattempo, DeepSeek ha già dimostrato che l’IA generativa non è più un gioco solo per le multinazionali: il futuro potrebbe essere molto più decentralizzato e accessibile di quanto si pensasse fino a ieri.
Una cosa è certa: il monopolio dell’IA è stato messo in discussione. Tutto nel giro di 48 ore.