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Meta pronta a sviluppare il suo motore di ricerca basato su IA

L’idea arriva da lontano, dal 2012, ma ora trova più concretezza. Meta punta al suo motore di ricerca basato su IA, integrato sulle piattaforme, per offrire risposte contestuali e personalizzate.

Forse qualcuno lo ricorderà, ma si parla di un motore di ricerca di Facebook (prima che diventasse Meta) almeno dal 2012. L’idea nacque dal fatto che in quel tempo si cominciava a prendere coscienza delle informazioni che la piattaforma conteneva e, quindi, sembrava naturale pensare a creare un motore di ricerca.

Sempre in quegli anni era diffusa, soprattutto negli Usa, che gli utenti stessero per sostituire Google con Facebook come piattaforma di riferimento. Questo perché era sempre più crescente il numero di persone che accedeva direttamente a Facebook, una volta aperto il proprio pc o laptop, invece che a Google. E questo era uno dei motivi che portava a pensare che Facebook prima o poi lo avrebbe realizzato il suo motore.

L’idea del motore di ricerca all’interno dell’ecosistema Meta

Passano ancora 4 anni e si arriva al 2016. Quando Facebook presenta il suo Ecosistema. Una sorta di roadmap che al suo interno, tra le varie tappe da raggiungere, c’era proprio quella dedicata al “Search”. Noterete che in quel grafico figura anche la IA.

Mettendo insieme le due tappe, ecco che, e arriviamo al 2024, le cose stanno prendendo forma. Forse con una modalità che non era stata prevista, ossia quella di mettere insieme search e IA. E invece.

facebook ecosistema

E invece le notizie di questi ultimi due giorni ci dicono che davvero Meta sta sviluppando il suo motore di ricerca interamente basato sull’intelligenza artificiale.

Questa innovazione permetterebbe alla società di Mark Zuckerberg di competere con Google e Bing. Ma, soprattutto, permetterebbe alla società di Menlo Park di fornire una nuova esperienza di ricerca integrata e personalizzata, che si inserisce direttamente nelle piattaforme social di Meta come Facebook, Instagram e WhatsApp.

Con una strategia ben delineata, Meta sta investendo da mesi nella creazione di un motore di ricerca autonomo, riducendo la sua dipendenza dai motori di ricerca attuali per fornire informazioni agli utenti di Meta AI.

Dal chatbot a un motore di ricerca autonomo: la nuova esperienza di Meta

Meta, guidata dal suo team di ingegneri sotto la direzione di Xueyuan Su, lavora da circa otto mesi su questo progetto che ha come obiettivo quello di costruire una vasta banca dati e sviluppare web crawler proprietari.

Attualmente, il chatbot Meta AI si affida a Google e Bing per rispondere a domande sugli eventi recenti, ma con un motore di ricerca nativo, Meta punta a offrire risposte in modo più diretto e contestualizzato, adattando le informazioni ai social network.

Questa visione include risposte a domande che non si limitano alla pura ricerca di parole chiave, ma che forniscono invece conversazioni arricchite da contesto e approfondimento.

L’uso di un motore di ricerca basato su IA non è solo una novità tecnica ma una mossa strategica: Meta cerca di posizionarsi come indipendente dai principali attori del web, specialmente considerando che Google e Microsoft potrebbero limitare o interrompere l’accesso alle loro piattaforme.

Di fatto, il motore di Meta potrebbe diventare un nuovo standard, migliorando l’interazione sui social media e offrendo un sistema di ricerca più sicuro e allineato ai valori e agli obiettivi aziendali di Meta stessa​.

Meta pronta a sviluppare il suo motore di ricerca basato su IA

L’evoluzione del mercato delle ricerche basate su IA

Negli ultimi due o tre anni, l’intelligenza artificiale ha spinto i motori di ricerca verso un’interazione sempre più fluida e intelligente, modificando radicalmente il modo in cui gli utenti trovano informazioni online.

Ad esempio, Google ha lanciato “multisearch”, un’esperienza che combina testo e immagini per consentire agli utenti di eseguire ricerche visive avanzate, e la funzione “Circle to Search” sul mobile (dispositivi Pixel e dispositivi Samsung), che permette di cercare con maggiore precisione evidenziando parti specifiche delle immagini.

Google, grazie a Gemini, continua ad esplorare tecnologie avanzate di linguaggio naturale per perfezionare i risultati di ricerca e renderli più intuitivi, rispondendo a domande sempre più complesse.

Dall’altro lato, Bing, supportato dalle tecnologie di OpenAI, ha integrato ChatGPT direttamente nel motore di ricerca, offrendo risposte interattive e più discorsive, simili a quelle di un assistente virtuale.

Questa collaborazione ha reso Bing più competitivo, proponendosi come un’alternativa a Google, grazie alla capacità di elaborare contenuti in tempo reale, interpretare il contesto delle domande e fornire risposte elaborate.

Alcuni altri motori di ricerca basati su IA, come Perplexity e You.com, sono riusciti ad attrarre una nicchia di utenti interessati a un’interazione di ricerca più dinamica e personalizzata.

You.com, ad esempio, consente all’utente di personalizzare le fonti dalle quali preferisce ricevere risposte.

Perplexity offre un’interfaccia che integra più fonti e sintetizza risposte contestuali per domande complesse. Questo approccio risulta particolarmente apprezzato da utenti che cercano rapidità ed efficienza senza sacrificare l’accuratezza dell’informazione.

Il potenziale del motore di ricerca di Meta

Il motore di ricerca di Meta rappresenta una novità poiché promette una sinergia tra social media e ricerca IA, rendendo l’esperienza di ricerca più integrata e coinvolgente. Questa caratteristica potrebbe facilitare l’accesso alle informazioni direttamente dall’interno dei social, favorendo una maggiore interazione tra utenti e piattaforme e riducendo il tempo necessario per passare da un’app all’altra.

Ad esempio, un utente potrebbe cercare informazioni su una tendenza osservata su Instagram; o su un argomento menzionato in un post di Facebook e ottenere risposte contestuali senza uscire dall’applicazione.

Meta, inoltre, punta a utilizzare il modello linguistico Llama per interpretare e rispondere a domande con un grado di comprensione semantica elevato, offrendo risposte personalizzate e in linea con le preferenze e gli interessi dell’utente. La creazione di un ambiente di ricerca contestuale e socialmente connesso potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo non indifferente, migliorando, e aumentando, il tempo di permanenza degli utenti all’interno dell’ecosistema Meta. Ecosistema, appunto, a cui facevo riferimento prima.

Le sfide per il futuro

Nonostante le grandi ambizioni, la costruzione di un motore di ricerca proprietario basato su IA non è priva di sfide e complessità. Il progetto richiede risorse considerevoli per raccogliere e analizzare dati su scala globale, senza contare i problemi di regolamentazione e privacy che potrebbero emergere soprattutto nei mercati più regolamentati, come l’Unione Europea.

Inoltre, Meta dovrà confrontarsi con la reputazione consolidata di Google e Microsoft, che continuano a investire per migliorare l’accuratezza e la qualità delle risposte.

In ogni caso, il progetto di Meta potrebbe – ma è tutto da vedere – aprire nuovi orizzonti per l’intero settore, mostrando come l’IA possa integrarsi con il social media per migliorare l’accesso all’informazione.

Il futuro della ricerca online, quindi, sta cambiando radicalmente proprio grazie all’IA. Sembra più orientato verso una maggiore personalizzazione e interazione, con la possibilità per gli utenti di accedere a risposte più accurate.

Tutto questo all’interno di in un panorama sempre più dominato da Intelligenze Artificiali sofisticate e capaci di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni singolo utente.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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