Elon Musk completa la transizione di Twitter a X, ora su X.com. Si realizza così la sua visione originaria di X.com, con l’obiettivo di renderla una piattaforma in stile WeChat. È l’addio definitivo a Twitter.
Dopo 10 mesi dal giorno in cui iniziò la fase di rebranding da Twitter a X, oggi la piattaforma di Elon Musk completa la transizione. Da oggi, infatti, il nome Twitter non verrà più visualizzato in alcun URL ancora rimanente.
Tutti gli URL da Twitter.com adesso sono stati indirizzati a X.com. Si chiude definitivamente la storia di Twitter.
Sebbene la fine di Twitter fosse già segnata dall’acquisizione di fine ottobre 2022, oggi viene definitivamente sancita con la scomparsa del nome “Twitter” dalla piattaforma.
Si compie il disegno di Musk con X.com
Si compie il grande disegno X.com che Musk avrebbe voluto portare avanti prima che nascesse PayPal.
X.com nasce nel 1999 come una società di servizi finanziari online e di pagamenti via email. L’obiettivo di Musk era quello di creare una piattaforma bancaria completa su internet. Già allora, Musk aveva una visione chiara: dare vita a un progetto legato a servizi finanziari, simile a quello che è oggi la piattaforma cinese WeChat.
Dopo la fusione di X.com e Confinity, che in seguito divenne PayPal, Musk continuò a credere nel marchio X.com, anche se la società fu rinominata PayPal nel 2001.
PayPal è stato acquisito da eBay nel 2002 per 1,5 miliardi di dollari in azioni.
https://x.com/X/status/1791399086182031741
Elon Musk e la sua idea di X.com
La storia ci dice che allora Musk venne estromesso come CEO di X.com nel 2000, ma il concetto di X.com ha continuato a ricoprire una parte significativa della sua visione.
Nel 2017, Musk ha riacquistato il dominio X.com da PayPal, citando il grande “valore sentimentale”. La mossa di acquistare il dominio dimostrava che Musk aveva un legame particolare con X.com, non solo aziendale, ma anche personale.
A dimostrazione di questo attaccamento, quando si è posta la possibilità di cambiare nome a Twitter, Musk non ha esitato a imporre X. Perché quel disegno di allora doveva concretizzarsi. E Twitter è servito anche a questo.
https://x.com/elonmusk/status/1791351500217754008
Il redirect e qualche problema SEO
Con il reindirizzamento temporaneo (302) degli URL su X.com si compie l’operazione di trasferimento. Anche se alcuni esperti SEO segnalano che si tratta di un passaggio ancora temporaneo, il successivo passaggio a un reindirizzamento permanente (301) potrebbe causare problemi nel posizionamento dei link. Google potrebbe infatti interrompere la visualizzazione di alcuni link, con un impatto negativo sul traffico verso X.
Accedendo oggi su X, avrete notato questo banner che trovate qui in basso.
Si ricorda infatti che il passaggio a X.com non cambia nulla rispetto alla privacy e alla protezione dei dati che restano immutate.
Non c’è molto altro da aggiungere. Si chiude definitivamente la storia di Twitter.
Addio definitivo a Twitter
X.com continuerà ancora a vivere di rendita, come si dice. Resta ancora un luogo dove gli utenti condividono notizie e informazioni. Ma quella attuale non è minimamente paragonabile alla versione con tanti problemi di Twitter.
La percezione è che l’algoritmo è attualmente in linea con le idee del suo proprietario che si nasconde dietro il principio della libertà di parola. Ma che in effetti così non è.
L’algoritmo tende a polarizzare e a evidenziare informazioni e notizie che spesso valicano i già deboli controlli sulla sicurezza dei contenuti. Con il risultato che la piattaforma veicola contenuti legati a disinformazione e malinformazione con estrema facilità.
Demandare questo ruolo di controllo non è di fatto garanzia di efficacia e imparzialità. E questo è un dato di fatto.
Ma l’idea di Musk è un’altra. È sempre quella di fare di X.com una sorta di WeChat. E lo farà.