Ma davvero Facebook e Instagram rischiano di non funzionare più in Europa? Uno scenario, possibile quanto improbabile, che induce a fare una riflessione e a cambiare il nostro approccio verso i social media.
Meta potrebbe chiudere le due piattaforme principali, come sono appunto Facebook e Instagram, in Europa. Una notizia che sta facendo il giro del mondo. Ma davvero potrebbe accadere una cosa del genere? Cerchiamo di capire perché potrebbe avverarsi questo scenario.
Intanto partiamo da un punto fermo che è rappresentato dalla gestione dei dati degli utenti. Come sapete, con l’Europa da tempo esiste un contenzioso con le grandi aziende tech, che gestiscono app e piattaforme social media con centinaia di milioni di utenti, riguardo alla gestione dei dati al di fuori della SEE (Spazio Economico Europeo: Unione Europea incluse Norvegia, Liechtenstein e Islanda).
Facebook e Instagram potrebbero non funzionare in Europa, lo scenario
Il contenzioso, per cercare di essere sintetici ed esaustivi, nasce dal fatto che l’UE, prevede che il trattamento dei dati dei cittadini europei, al di fuori dell’Europa con diversa collocazione geografica, avvenga in due casi: nel caso lo richiedano gli stati esteri e nel caso lo richiedano le organizzazioni internazionali, come l’ONU e altre.
Questo perché, mentre la circolazione dei dati dei cittadini europei è libera all’interno della SEE, è vietato che questo trattamento avvenga al di fuori.
Però, nel caso del trattamento dei dati in paesi diversi dall’UE, il regolamento europeo richiede che il trattamento mantenga il principio dell’adeguatezza. Vale a dire, che le aziende che volessero trattare i dati di cittadini europei in server localizzati negli Usa, tanto per restare nella situazione di specie, devono osservare le regole europee previste dal famoso GDPR.
Questo per avere un quadro chiaro della situazione sotto il profilo delle regole europee e per inquadrare meglio il tema.
L’impossibilità di garantire alcuni servizi
Ora, succede che nei documenti che Meta ha depositato presso la SEC (ricordiamo, l’ente americano equiparabile alla nostra Consob) ha delineato uno scenario in cui potrebbe accadere che, per via delle regole che vigono in Europa, l’impossibilità di garantire alcuni servizi (per i motivi che abbiamo visto sopra) come appunto Facebook e Instagram.
I documenti sono quelli rivolti ai propri investitori e, come sempre accade in casi come questi, l’azienda prefigura anche gli scenari più nefasti, proprio per “avvisare” gli investitori che questo scenario, per quanto improbabile, potrebbe comunque verificarsi. Si tratta di una sorta: “non dite poi che non ve l’avevo detto!“. Ecco, proprio così.
Come detto, lo scenario che Meta possa sospendere, o addirittura chiudere, Facebook e Instagram in Europa, rinunciando a oltre 300 milioni di utenti, è ipotesi assai remota, improbabile, impensabile. Eppure, se non viene trovato un accordo, cosa che invece avverrà, lo scenario potrebbe essere questo.
Ma se, come abbiamo visto, questa ipotesi che Facebook e Instagram non dovessero più funzionare in Europa è probabile, quanto remota, non sarebbe invece il caso di porsi qualche domanda?
È il momento di cambiare il nostro approccio verso i social media
Non sarebbe il caso di cominciare a delineare uno scenario post-Facebook?
Nel senso che, forse è meglio che cominciamo a rendere la nostra persona, i nostri profili, la nostra immagine meno dipendente dalle piattaforme social, meno dipendente dagli algoritmi, e cominciassimo a considerare la conversazione per come è.
Insomma, fino ad ora, e la pandemia lo ha accentuato in un certo senso, abbiamo dedicato completamente le nostre esistenze a questi strumenti. Ben inteso, sono sempre validi e preziosi, ma come strumenti vanno utilizzati e non come esclusivi contenitori delle nostre esistenze.
Anche perché, se continuassimo con questo approccio esclusivo, rischieremmo di restare senza la nostra esistenza digitale nel momento in cui queste piattaforme non dovessero più funzionare.
Deve cambiare l’approccio
Allora, l’approccio deve cambiare, e la pandemia, ancora una volta, ce lo ha dimostrato. Dobbiamo usare questi strumenti per comunicare con altre persone, mettendo in risalto la conversazione umana, quella che non dipende da algoritmi, ma solo dalla volontà di confrontarsi. Perché se un giorno tutto questo non dovesse più esistere, almeno siamo sicuri di aver creato una Relazione che può svilupparsi anche al di fuori di queste piattaforme. Saremmo sicuri che le nostre esistenza potrebbero continuare anche in altri luoghi, sempre con lo stesso approccio.
Forse è un concetto ancora troppo astratto, che vale anche per le aziende, ma in qualche modo da questa notizia dobbiamo trarne un insegnamento e una riflessione.
È arrivato il momento di usare i social media come strumenti di Relazione tra persone, senza lasciarsi guidare dagli algoritmi. Solo così potremmo essere sicuri di quello che abbiamo realizzato e non ci preoccuperemmo più di tanto se queste piattaforme dovessero scomparire, un giorno.