back to top

YouTube Music disponibile in Italia anche nella versione Premium. Si apre la sfida a Spotify

YouTube lancia la sfida a Spotify e da oggi YouTube Music e YouTube Music Premium sono disponibili anche in Italia. Dopo il lancio del mese scorso in Usa e in altri quattro paesi, il servizio di musica in streaming, quindi non solo in video, viene reso disponibile in altri 11 paesi. YouTube Music è disponibile nella versione gratuita e in quella a pagamento a partire da 9,99 euro al mese.

Questo è un giorno importante per YouTube e Google in generale. Annunciato il mese scorso, e disponibile solo per alcuni utenti negli Usa e in altri quattro paesi, il colosso di Mountain View lancia la sua sfida a Spotify, leader incontrastato della musica in streaming, da pochi mesi quotato anche in borsa, con YouTube Music. E da quello che si vede, questa sembra essere davvero una piattaforma che potrebbe rosicchiare qualche utente all’app di Daniel Ek.

Per YouTube si tratta di una svolta importante, per la prima volta la piattaforma video più grande e seguita al mondo (in termini di utilizzo è la piattaforma più usata in italia) punta anche anche lo streaming della musica in audio, quindi non solo in video. E’ un modo per agganciare sotto un altro profilo quella fascia di utenti che preferisce non solo “vedere” la musica, ma ascoltarla. YouTube Music può essere una carta vincente per Google per il fatto che la piattaforma in sè è già molto seguita dai giovani, basti ricordare i recenti dati di Pew Research che danno Facebook sempre meno usato dagli utenti più giovani che preferiscono proprio YouTube e Instagram. E poi, YouTube Music è vincente per l’offerta musicale che può mettere in campo, forse più completa e più varia di Spotify, avendo la possibilità di offrire agli utenti anche versioni diverse di uno stesso brano.

youtube music italia

Prima di passare a vedere come funziona e quali le proposte per il pubblico italiano, bisogna dire che ilmodo in cui Google è riuscita ad arrivare a YouTube Music non è stato certo semplice. Da Mountain View hanno faticato non poco, ricorderete certamente l’esperienza non felicissima con YouTube Red, adesso sostituito proprio da YouTube Music Premium.

Bene, fatta questa doverosa premessa e presentazione del contesto, passiamo a vedere un po’ meglio come funziona YouTube Music.

Il servizio è presente da oggi anche in Italia e in altri 11 paesi, lo scorso mese era stato lanciato negli Usa e in altri 4 paesi, ma solo per pochi utenti. Oggi il lancio ufficiale della piattaforma ci permette di scoprire anche il modo con cui si presenta il servizio.

youtube music italia android franzrusso.it 2018

YouTube Music ad un primo sguardo ricorda molto Spotify, le categorie “Buonumore”,”Ricarica Musicale”, “Tendenze” e altre, riprendono molto lo schema dell’app di musica in streaming più usata (ancora per il momento). In più esiste la categoria “Performance dal vivo” che potrebbe trasformarsi in uno dei punti di forza della piattaforma.

Il servizio si presenta quindi con un’app mobile, per iOS e per Android, e una versione desktop, e due versioni:

  • la versione gratuita con annunci pubblicitari;
  • una versione YouTube Music Premium a 9,99 euro al mese;
  • una versione YouTube Music Premium Family (fino a 6 utenti) a 14,99 euro al mese.

Come vedete l’offerta è altamente competitiva. Inoltre, per la versione YouTube Music Premium è possibile avere da subito 3 mesi gratis. Gli utenti che già sono iscritti a Google Play Music possono già da subito usare YouTube Music Premium.

Google promette poi di ottimizzare YouTube Music con l’Intelligenza Artificiale che renderà più semplice per l’utente la ricerca di brani correlati e la scoperta di nuova musica.

Allora, il consiglio è quello di scaricare l’app o usare da subito la versione desktop e di raccontarci le vostre impressioni.

avatar dell'autore
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Lo spot Coca-Cola e la IA, quando la magia non convince

Lo spot natalizio della Coca-Cola, realizzato con IA, divide il pubblico. Le critiche riguardano la "freddezza", imperfezioni varie e mancanza di emozione

Social media, da luoghi di interazione a strumenti di potere

Elon Musk c'è riuscito: ha trasformato X in uno strumento di potere politico. Quelli che prima erano strumenti di interazione, oggi sono strumenti di potere.

La fuga da X e crescita delle altre app: come chiudere l’account in sicurezza

La strada di X è segnata e segue quella di Elon Musk. Aumentano gli utenti che abbandonano la piattaforma verso altre app in particolare verso Bluesky ma anche verso Mastodon e Threads.

X pagherà i Creator in base alle interazioni Premium

X da oggi rivoluziona i pagamenti ai creator, puntando sull’engagement degli utenti Premium. E potrebbe portare ad un abbassamento della qualità dei contenuti.