Un recente studio di GFK, condotto a livello globale, mette in evidenza quanto in realtà siamo dipendenti dalla tecnologia, più di quanto immaginiamo. Dalla ricerca emerge infatti che il 29% degli italiani intervistati ammette di essere dipendente dalla tecnologia. A livello globale il dato sale al 34%.
La tecnologia ormai ha invaso le nostre vite, il nostro lavoro, le nostre relazioni. Tutto, o quasi tutto, quello che ci circonda ha a che fare con la tecnologia. Basti pensare allo smartphone, il dispositivo che tutti gli italiani posseggono, e c’è pure ch ne ha due, che ormai è diventato il prolungamento della nostra esistenza. Con questo dispositivo lavoriamo, restiamo in contatto con i nostri amici e i nostri cari, facciamo anche la spesa. Insomma, hai voglia a parlare di “digital detox“, in qualche modo la tecnologia e il digitale sono sempre più parte della nostra esistenza, anche quando vorremmo “staccare un po’”. Ma staccare da cosa?
La ricerca di GFK, condotta i 17 paesi nel mondo, Italia compresa, sulla base di 22 mila interviste ci dice che sono in tanti quelli che non riescono a fare a meno della tecnologia, cioè quelli che ammettono di esserne dipendenti: il 34% a livello globale e il 29% degli intervistati italiani, in pratica 3 su 10.
I dati italiani della ricerca di GFK
Per intenderci bene, quel 29% di italiani che ammette di essere dipendente dalla tecnologia, in pratica afferma che ha difficoltà a stare lontano da smartphone, pc, tv, tablet e altri dispositivi, anche quando sa, in cuor suo, che potrebbe tranquillamente farlo.
Le risposte degli italiani sono in linea con quelle che GFK ha rilevato nel resto del mondo, con alcune particolarità interessanti. Come abbiamo già ricordato, nel nostro paese, la percentuale di chi ammette di avere problemi di dipendenza da tecnologia è del 29%, mentre il 20% dichiara di non avere nessun problema.
Anche in Italia, come nel resto dei paesi coinvolti nell’indagine, non ci sono differenze significative tra uomini e donne nel livello di dipendenza dalla tecnologia. La situazione però cambia se guardiamo i dati per reddito e fasce d’età emergono alcune particolarità tipicamente italiane.
Innanzi tutto, nel nostro paese la fascia d’età maggiormente dipendente dalla tecnologia è quella dei trentenni (37%) e non i teenager (35%), come succede nel resto del mondo. Al terzo posto ci sono i quarantenni con il 34% mentre la fascia 20-29 anni è solo al quarto posto con il 32%. Come succede anche a livello internazionale, le persone con più di 60 anni sono quelle che hanno meno problemi in assoluto (18%) con la dipendenza da tecnologia. Sono quindi molto tranquilli.
Anche guardando al reddito, l’Italia presenta dei risultati diversi rispetto alla media internazionale. Nel nostro paese le persone che fanno più fatica a mettere in pratica la “digital detox” sono quelle a reddito medio-alto (32%) e basso (31%), mentre la fascia ad alto reddito è quella che ha meno problemi in assoluto (27%). L’esatto contrario di quello che succede nel resto del mondo.
I dati internazionali della ricerca di GFK
Se vogliamo dare uno sguardo ai dati che riguardano gli altri paesi, notiamo che è la Cina il paese con la più altra percentuale di persone che dichiarano difficoltà a stare lontano dalla tecnologia: il 43%. A seguire, America latina (Brasile 42%, Argentina 40%, Messico 38%) e Stati Uniti (31%). Al contrario, la Germania ha la percentuale più alta (35%) di persone fortemente in disaccordo con l’idea che sia difficile fare una pausa dalla tecnologia. Seguono in classifica i Paesi Bassi (30%), il Belgio (28%), Canada e Russia (entrambi con il 27%).
A differenza di quanto succede in Italia, a livello internazionale gli adolescenti (15-19 anni) sono la fascia d’età con più problemi di dipendenza da tecnologia: poco meno della metà (44%) dichiara di avere difficoltà a staccarsi, anche quando è consapevole di doverlo fare. Seguono nella classifica dei più dipendenti i ventenni (41%) e i trentenni (38%). Al contrario, i gruppi di età più maturi soffrono meno di dipendenza da tecnologia e la percentuale più bassa in assoluto (15%) si registra tra le persone con più di 60 anni. Da punto di vista del reddito, si nota come le persone ad alto reddito siano quelle più dipendenti dalla tecnologia: ne è convinto il 39% degli intervistati. Al contrario, la fascia a reddito più basso è anche quella che ha meno problemi a prendersi una pausa dalla tecnologia.
Ecco questi i dati che ci dicono che in effetti, ma questo lo sapevamo bene, siamo molto legati allo smartphone come ad altri dispositivi, al punto da esserne dipendenti. E’ evidente che questo dato può innescare una riflessione proprio in relazione all’altro tema, che fa un po’ da rovescio della medaglia, del “digital detox“. In realtà, ho sempre pensato che bisogna saper gestire bene gli spazi e i tempi, ma ormai questi dispositivi fanno parte della nostra esistenza. E’ difficile starne lontani, ma deve essere la regola non farsi “intrappolare” al punto da non poter più resistere alla lontananza da essi.
E voi come vivete la vostra relazione con la tecnologia e il digitale? Vi ritrovate in questi dati?
[…] Ci interessa spesso, qui sul nostro blog, indagare sul fenomeno smartphone, sempre in forte crescita nel nostro paese, al punto che siamo quelli che ormai li preferiscono sempre più di fascia medio alta. E’ vero, col tempo siamo diventati anche molto esigenti, perchè per noi italiani lo smartphone non è solo un telefono (per questa specifica funzione poi lo usiamo sempre meno), ma è quasi una vera estensione della nostra vita. Ricorderete la ricerca di GFK, qualche mese fa, che rilevava che 3 italiani su 10 sono dipendenti dalla tecnologia, ossia, anche, dallo smartphone. […]