back to top

Vine raggiunge i 40 milioni di utenti, ma in Italia non convince

Vine, l’applicazione di Twitter che consente di inserire nei tweets anche i video lanciata all’inzio di questo, annuncia di aver raggiunto e superato i 40 milioni di utenti. E pare che una grossa mano l’abbia data Android. Infatti dal rilascio della app per la piattaforma Google, gli utenti sarebbero più che triplicati. Ma il Italia in realtà non ha molto successo

Vine, l’applicazione di Twitter che consente di caricare video della durata dei 6 secondi direttamente in un tweet, ha annunciato di aver raggiunto e superato i 40 milioni di utenti. E sembra proprio che una grossa mano in questo senso l’abbia data Google. Si perchè dal giorno del rilascio dell’applicazione per la piattaforma mobile di casa Google, gli utenti da 13 milioni che erano, sono arrivati ad essere, nel giro di appena due mesi, più di tre volte tanto.

Dal giorno del lancio, ricordate era gennaio di quest’anno e il primo ad annunciarla in maniera quasi furtiva fu proprio Dick Costolo col famoso teet “Steak tartare in six seconds.“, Vine ha incuriosito molto e molti non erano poi molto convinti che avesse avuto successo. Invece l’app via via ha conquistato utenti e anche le aziende che hanno cominciato ad adottarla. Conferma definitiva è stato poi l’annuncio di Instagram, proprio due mesi fa, della possibilità di poter caricare anche video dalla proprio app. La battaglia  tra le due app è ancora in pieno svolgimento e certamente questo traguardo per Vine è un dato molto significativo, anche per le strategie future.

vine-on-android

L’annuncio è stato dato via Twitter dall’account ufficiale, anche se in questi casi ci si attende un comunicato ufficiale. Ma è in linea con la filosofia adottata ormai sin dall’annuncio dell’acquisizione da parte di Twitter.

Ma di fronte a questo successo, come va Vine nel nostro paese?

Proprio in occasione del possibile annuncio di Facebook sulla nuova feature di Instagram, avevamo provato a dare un’occhiata su come fosse stata accolto lo sbarco di Vine su Android. E avevamo notato che il debutto non era stato così glorioso. Anzi, l’app debuttava nella classifica generale in 335° posizione, mentre nella classifica “Social” settimanale si piazzava in 11° posizione e nella classifica, sempre “Social”, ma quotidiana si piazzava in 14° posizione. E ora?

Abbiamo usato sempre Distimo per verificare la classifica delle app più scaricate dopo esattamente due mesi e vediamo che nella classifica generale, in Italia su piattaforma Android riferita al mese di Luglio, Vine si trova in posizione 703, in discesa di altre 254 posizioni. Mentre nella classifica “Social” settimanale è in posizione 23, in discesa dalla nostra ultima rilevazione, e nella classifica “Social” quotidiana (20 agosto 2013) si piazza in posizione 25, in calo di una posizione rispetto al giorno prima.

Quindi, tirando le somme, Vine nel nostro paese non ottiene lo stesso successo che ha altrove.

Secondo voi perchè? Voi lo state usando? Raccontateci tra i commenti la vostra esperienza.

avatar dell'autore
Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

InTime Blog Newsletter

Abbonati alla newsletter e resta aggiornato su articoli e approfondimenti 

Utilizziamo Brevo come piattaforma di marketing. Inviando questo modulo, accetti che i dati personali da te forniti vengano trasferiti a Brevo per il trattamento in conformità all'Informativa sulla privacy di Brevo.

Scrivimi

Se ti piace quello che scrivo e se vuoi conoscermi meglio, clicca il bottone qui di fianco.

3 Commenti

  1. Personalmente trovo il confine dei 6 secondi un limite che stimola la creatività, anche se non sempre un video “riesce” (con nella speranza che diventi “virale”), il bacino di utenza italiano non è paragonabile a quello americano, e prendo in esempio le collezioni di Vine amatoriali su YouTube, sono raccolte video che vanno dai 4 ai 12 minuti, si fa presto a fare i conti di quanti ne occorrono; volendo a farne una versione italiana quanti minuti copriremmo? Mi piacerebbe scoprirlo e magari rimanere stupito della quantità o della qualità.

  2. Grazie Paolo della tua considerazione. Il numero di utenti italiani al momento non è paragonabile anche perchè sono convinto che dei 40 milioni la stragrande maggioranza risieda negli Usa e qualcosa in UK. Per il resto quasi nulla.
    Confesso di non farne un uso frequente, quindi rientro a pieno titolo nella statistica, ma sono d’accordo con te che i 6 secondi stimolino la fantasia e creatività.
    Sul quesito che poni, piacerebbe anche a me saperlo. Quindi appena si riesce a scoprirne di più ci aggiorniamo qui 😉

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

InTime Podcast

spot_img

Articoli correlati
Related

Indice qualità vita digitale, Italia in chiaro scuro

Il report annuale dell'Indice sulla Qualità della Vita Digitale (DQL) di Surfshark, vede l'Italia piazzarsi in 27° posto, perdendo 7 rispetto posti al 2020.

Italiani e Mobile, 77 ore al mese online durante la pandemia

Nell'anno della pandemia da Covid-19 gli italiani hanno trascorso più tempo sullo smartphone: +69% e 77 ore online al mese

Plick, il servizio di pagamenti digitali alternativo al vecchio assegno

Plick, servizio che permette di effettuare pagamenti digitali senza essere registrati su app terze. Il servizio è disponibile anche su Banca Mediolanum.

Google Pay è disponibile anche in Italia, la sfida ad Apple Pay è aperta

Google Pay arriva anche in Italia. Il nuovo servizio di casa Google permette di gestire le carte di credito/debito direttamente nell’account Google, consentendo di pagare in sicurezza su app e siti web e in tutti i negozi che supportano i pagamenti contactless e su tutte le piattaforme e app del colosso di Mountain View. Tra i partner supportati ci sono Banca Mediolanum, Boon, HYPE, Nexi, N26, Revolut, Widiba.