Nielsen rende noto oggi i dati realtivi al terzo trimestre del 2012 della ricerca globale sulla fiducia dei consumatori e sulle intenzioni di spesa, “Global Survey of Consumer Confidence and Spending Intentions”, secondo cui il 62% dei rispondenti a livello globale sostiene di sentire la crisi; il 69% modifica le proprie abitudini per risparmiare di più. In Italia nonostante una crescita incoraggiante permangono preoccupazioni per il lavoro
Secondo i dati raccolti da Nielsen, azienda leader globale nelle misurazioni e analisi relative ad acquisti e consumi, a utilizzo e modalità di esposizione ai media, nel terzo trimestre del 2012 la fiducia globale dei consumatori è cresciuta di un punto rispetto al trimestre precedente, arrivando a 92, e di 4 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (3° trimestre 2011). Durante l’ultima fase dell’indagine, condotta fra il 10 agosto e il 7 settembre 2012, il livello generale di fiducia è aumentato nel 52% dei mercati mondiali [i dati comprendono anche Bulgaria e Slovacchia] presi in esame da Nielsen, rispetto all’aumento nel 41% dei mercati registrato nel trimestre precedente. Nel corso del 3° trimestre del 2012, la fiducia dei consumatori è aumentata in 30 dei 58 mercati analizzati, è diminuita in 19 Paesi ed è rimasta invariata in 7. L’indagine globale sulla fiducia dei consumatori e sulle intenzioni di spesa condotta da Nielsen, “Global Survey of Consumer Confidence and Spending Intentions” istituita nel 2005, rileva via internet il livello di fiducia, le principali preoccupazioni e le intenzioni di spesa di più di 29.000 consumatori in 58 Paesi. I livelli di fiducia dei consumatori al di sopra e al di sotto di 100 indicano i diversi gradi di ottimismo e pessimismo.
I risultati del terzo trimestre rispecchiano una tendenza generale né positiva, né negativa, poiché i consumatori si muovono con molta cautela” ha dichiarato Venkatesh Bala, Chief Economist presso The Cambridge Group, società del gruppo Nielsen. “Nel terzo trimestre del 2012 i consumatori si sono rivelati prudenti, soprattutto in Europa, dove nonostante le recenti politiche di stabilizzazione promosse della Banca Centrale Europea, la situazione economica continua ad essere molto precaria. La crescita dell’esportazione cinese, soprattutto verso l’Eurozona, ha subito un notevole rallentamento, parallelamente alla contrazione dei consumi a livello locale. I consumatori statunitensi, seppur meno condizionati dall’andamento dell’Europa, si rivelano comunque ancora cauti di fronte ad una ripresa instabile, caratterizzata da livelli di disoccupazione alti e dall’aumento insoddisfacente dei salari.”
Secondo l’indagine Nielsen, il 62% dei rispondenti a livello globale ha affermato di sentire la crisi – percentuale in aumento rispetto al 57% rilevato nel trimestre precedente e allineata ai risultati del 3° trimestre del 2011. Inoltre, metà (49%) di quanti si sono espressi in questi termini, ritiene che tale condizione permarrà anche il prossimo anno.
In Europa, America Latina e nei Paesi dell’area Asia-Pacifico, un numero maggiore di intervistati ha dichiarato che il proprio Paese attraversa un periodo di recessione più grave rispetto all’anno precedente e al trimestre precedente. Gli europei che sostengono di sentire la crisi sono aumentati, passando dal 71% del 2° trimestre al 75% del 3° trimestre. La percezione di recessione è aumentata di 7 punti percentuali nell’area Asia-Pacifico arrivando al 52% e di 4 punti percentuali in America Latina, raggiungendo il 53%. La regione che comprende Medio Oriente e Africa è stata l’unica a registrare una diminuzione (-5 punti percentuali) della percezione di recessione, scendendo al 72% nel terzo trimestre.
Tra i rispondenti online su scala mondiale, 7 su 10 (69%) hanno dichiarato di aver modificato le proprie abitudini per risparmiare maggiormente sulle spese domestiche, 2 punti percentuali in più rispetto all’ultimo trimestre e 3 rispetto allo scorso anno. La metà di chi ha risposto a livello globale (52%) ha dichiarato di aver speso meno per l’abbigliamento e per l’intrattenimento fuori dalle mura domestiche (48%). Altri tagli sono stati fatti su gas ed elettricità (47%), acquistando prodotti di marchi più economici (39%) e riducendo le spese telefoniche (33%).
La crisi che colpisce l’Eurozona continua a creare turbolenze a livello mondiale che condizionano tutte le aree geografiche, soprattutto il mercato dell’export asiatico” afferma Dr Bala. “Considerato il peggioramento degli indicatori economici chiave a livello globale, permangono fra i consumatori l’incertezza e la reticenza a spendere”.
Sintesi regionale
I dati trimestrali dell’indagine Nielsen evidenziano come la fiducia dei consumatori sia aumentata esclusivamente in Nord America e in Europa, con un aumento rispettivamente di 3 punti (91) e di un punto (74). Invariati i dati riferiti al 3° trimestre per l’area Asia-Pacifico (100) e per Medio Oriente e Africa (98), mentre i Paesi dell’America Latina mostrano una diminuzione di 2 punti scendendo a 94.
Gli indici più alti sono stati registrati in India (119) e Indonesia (119), mentre l’indice della Cina è sostanzialmente stabile (+0,6 punti) rispetto al 2° trimestre (106) e quello degli Stati Uniti è aumentato di 3 punti (90).
I dati più incoraggianti relativi al 3° trimestre sono stati registrati in Svizzera (+10), Belgio (+9), Australia (+8), Tailandia (+8), Ungheria (+7), Norvegia (+7) Emirati Arabi Uniti (+6), Italia (+5) e Canada (+5).
I dati di maggiore sfiducia nel terzo trimestre sono stati registrati a Hong Kong (-15), in Argentina (-11), Corea del Sud (-10), Vietnam (-8), Colombia (-8), Israele (-7), Venezuela (-7), Malesia (-6) e Finlandia (-5).
La situazione in Italia
“Nonostante l’aumento di 5 punti nell’indice di fiducia, in Italia preoccupazioni rispetto al lavoro continuano ad aumentare così come la percentuale di famiglie che vorrebbero risparmiare dopo aver affrontato le spese di base” ha dichiarato Roberto Pedretti, Managing Director Watch&Buy Nielsen Italia.
Le famiglie continuano a ridurre i volumi acquistando solo i beni necessari per compensare la crescita dei prezzi. Da Gennaio 2012 ad Agosto 2012 Iper, Super e Liberi Servizi hanno registrato il 2% di decremento nelle vendite a volume e 0.2% di aumento nelle vendite a valore.