L’Australian Psychology Society australiana si pone come osservatorio annuale dei disturbi che la Dipendenza dai Social Network crea negli adolescenti. Rispetto a soli cinque anni fa, oggi più del 60% dei giovani soffre di livelli eccessivi di Stress e di Depressione. Il dato più preoccupante che emerge dalla nuova ricerca è che non si cerca aiuto, ma si usa la Dipendenza stessa come auto-terapia.
Dei disturbi legati alla Dipendenza da Internet o della Sindrome di FOMO (Fear of Missing Out) abbiamo già scritto.
Oggi, tuttavia, una nuova ricerca dell’Australian Psychology Society, mette in luce quali sono i dati reali di questi effetti negativi tra gli adolescenti.
Si tratta della quinta edizione annuale della National Stress and Wellbeing Survey australiana, che si pone come osservatorio “fotografico” della salute mentale e, più in generale, del benessere psicofisico dei giovani oggi.
Il primo dato rilevato, tra chi vive costantemente connesso, è l’eccessivo livello di Stress e di Ansia.
Più della metà degli adolescenti che leggono in continuazione i Tweet e gli Status degli amici pensano di non divertirsi abbastanza.
Non soltanto di “perdersi qualcosa mentre sono sconnessi”, ma proprio di essere inferiori ai coetanei.
Il Complesso di Inferiorità produce conflitti interiori di Insicurezza e Paura, spesso talmente profondi da raggiungere la Depressione.
“Vi è una concordanza molto forte fra le ore trascorse sulla tecnologia digitale e i più alti livelli di Stress e di Depressione”, dichiara il rapporto australiano.
Rispetto a 5 anni fa – quando furono riportati i dati della prima Ricerca – oggi quasi il 60% degli adolescenti intervistati dichiara di avere grossi problemi a dormire e a esporsi in pubblico dopo aver passato in rassegna i siti dei Social Network.
E qui troviamo un dato contraddittorio molto interessante.
Se da un lato è proprio la continua connessione virtuale a provocare Depressione e Ansia, dall’altro una persona su due dichiara di ricorrere proprio ai Social Media per calmarsi e ritrovare equilibrio.
Si tratta della metà degli adolescenti intervistati contro una proporzione del 37% di cinque anni fa.
Si può senz’altro dire che più della metà – quasi il 60% – dei giovani si ammala a causa di una continua connessione, ma al tempo stesso ricerca questa connessione come auto-terapia.
E’ questo, a nostro parere, il dato più preoccupante.
Nessuno dei soggetti intervistati ricorre a una terapia o chiede aiuto, neppure chi è più facoltoso o chi è più istruito e ha avuto un’ambiente famigliare sereno e facilitante. Neanche chi ha contemporaneamente un altro impiego, quindi sarebbe portato a occuparsi d’altro.
Il dato è preoccupante perché la Dipendenza non può che auto-alimentarsi, se si avvia un processo di auto-terapia.
Esattamente come un circolo vizioso e maligno che non può trovare soluzione all’interno di sé.
La Ricerca dell’Australian Psychology Society continua rendendo noti gli ultimi dati.
Il 72% degli intervistati è consapevole che lo Stress ha impatto sulla propria salute fisica, ma anche se è consapevole e arriva a lamentare veri e propri stati di Angoscia non ricorre ad alcun aiuto terapeutico.
Anzi.
E’ provato che chi soffre maggiormente è molto più vulnerabile a diventare soggetto di Dipendenza da alcool, fumo, droghe leggere e, soprattutto, gioco d’azzardo.
In proporzioni molto più alte rispetto ai coetanei – conclude la Ricerca – “ricorrere ai Social Media per alleviare lo Stress è simile alla maniera in cui le persone scommettono con i videopoker”.
Alla base c’è senz’altro il bisogno di rimettersi al centro, rispetto agli altri e – inconsciamente – rispetto a se stessi.
E per questo ci si gioca tutto, si rischia tutto.
Si corre il rischio, si cerca e si ha bisogno del rischio perché si ha la necessità di “uscire da se stessi”.
I Social Network rappresentano l’occasione perfetta per essere “altro” rispetto a quello che realmente siamo: più importanti, più apprezzati, famosi e, forse, più amati.
Si cade nella Dipendenza per il bisogno di non sentire un vuoto, il vuoto che – a questo punto – i Like e i Retweet colmano facilmente.
Alla ricerca di un’immagine di noi che ci piaccia di più, ci si perde in un circolo insano di aspettative e delusioni di cui i Social Network non sono la cura, ma solamente il veicolo di un malessere interiore.