E’ uscito da pochi giorni il nuovo ebook di Vincenzo Cosenza, uno dei più autorevoli e preparati social media analyst in Italia, dal titolo “La Società dei dati”, un breve ma esaustivo saggio sulla enorme quantità di dati, i Big Data, che produciamo spesso senza neanche interpretarli. Per l’occasione, abbiamo fatto qualche domanda all’autore
E’ un tema che da un pò di tempo comincia ad appassionare, specialisti e non, proprio per il fatto che ormai viviamo in un’era in cui si producono, quindi produciamo, una mare di dati che spesso non vengono analizzati e interpretati a dovere, ma che solo a guardarli fa impressione. Vincenzo Cosenza nel suo nuovo ebook, La Società dei Dati, prova a fare un pò di chiarezza sull’argomento partendo da questo assunto. Solo due anni fa sono stati prodotti “800 exabyte di dati, ossia 800 miliardi di gigabyte (…), nel 2003 ne avevamo creati appena 5. Un fiume di dati che oggi produciamo ogni due giorni e che nel 2011 ha raggiunto 1,8 zettabyte, trilioni di gigabyte” (La Società dei Dati, V. Cosenza 2012). Per l’occasione, abbiamo fatto qualche domanda a Vincenzo Cosenza:
Partiamo da una domanda generale, che cosa si intende per Big Data? E cos’è la “quinta dimensione” che tu citi nel testo?
Col termine “Big Data” si intendono base dati che hanno tre caratteristiche peculiari: volume, velocity, variety.
– Volume: nel senso di ingenti quantitativi di data set non gestibili con i database tradizionali;
– Velocity: dati che affluiscono e necessitano di essere processati a ritmi sostenuti o in tempo reale;
– Variety: ossia dati di diversa natura e non strutturati come testi, audio, video, flussi di click, segnali provenienti da RFID, cellulari, sensori, transazioni commerciali di vario genere.
La quinta dimensione è una dimensione informativa, che deriva dalla conoscenza e dell’analisi di dati prima difficili da raccogliere
E’ ormai dato di fatto che l’uso delle tecnologie si rivela sempre più utile e anche provvidenziale in molto ambiti, ma per questo siamo costretti a fare qualche “cessione” in termini di Privacy. Ma siamo davvero convinti di questo? C’è secondo te da parte dei cittadini/utenti/clienti una reale coscienza del problema?
Difficile generalizzare, ci sono fasce della popolazione consapevoli delle problematiche connesse ed altre completamente all’oscuro Quindi ci sarebbe molto da fare per divulgare questi temi, evitando allarmismi. Purtroppo anche in tema di Big Data c’è tanta disinformazione al punto che un giornalista come Riotta ha dato l’impressione che si tratti di una specie di Big Brother. www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10556
L’aumento esponenziale di dati coincide con la nascita dell”’Era dei Social Network”. Sono questi i veri responsabili di questo fenomeno?
No, più giusto dire che il fenomeno è dovuto al combinato disposto di social network, dispositivi mobili, carte di credito, e altri sistemi tecnologici di tracciamento applicati alla produzione e distribuzione di merci.
Nel testo sottolinei la scarsa capacità delle imprese di analizzare la grossa mole di dati che ricevono, affidandosi a metodi ormai superati, a fronte delle soluzioni più adeguate che offre la tecnologia di oggi. E citi anche esempi lungimiranti, all’estero? E in Italia come siamo messi?
Non mi risultano progetti di questo tipo, spero qualcuno stia sperimentando, almeno.
Ovviamente un’analisi e una migliore interpretazione dei Big Data potrebbe portare notevole vantaggio anche per i cittadini, parlando della vita pubblica. Un vantaggio misurabile tra l’altro e in questo senso molte città si stanno adoperando, parliamo di Smart City. Ma rimane ancora un pesante “freno” di tipo culturale e infrastrutturale. Come la vedi la situazione italiana?
Si il freno culturale è molto forte soprattutto nella pubblica amministrazione, dove singoli dipendenti illuminati vengono bloccati dal Moloch della burocrazia. Si può sperare solo in un ricambio generazionale e in un governo che dia impulso all’innovazione.
Come dicevamo all’inizio, è un argomento che interessa sempre di più, semplici cittadini e aziende, e sul quale non c’è ancora molta chiarezza. Ecco perchè vi parliamo di questo testo, perchè di fronte ad un certa superficialità in questo caso Vincenzo Cosenza spiega meglio come stanno le cose. D’altronde, la massa di dati che si producono è destinata ad aumentare, ma da oggi diventa importante cominciare ad analizzarli, ad interpretarli. Insomma, dobbiamo cominciare a mettere un pò d’ordine e cominciare a dare un senso a questi dati con gli strumenti che le tecnologie ci mettono a disposizione. Pur mantenendo sempre, o comunque cercando di averla a mente, la consapevolezza che questi dati richiedono un prezzo sulla Privacy, assolutamente gestibile se si imparano le regole.
La Società dei Dati – Vincenzo Cosenza, 2012. Edito da 40K Unofficial e disponibile su: