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Google omaggia con un doodle i 40 anni del Cubo di Rubik

Google-doodle-cubo-rubik

Nuovo doodle interattivo quello che troviamo oggi sulla home di Google. E’ dedicato ai 40 anni del celeberrimo Cubo di Rubik, uno dei rompicapo più popolari della storia recente. Ma il doodle permette anche agli utenti di cimentarsi a trovare la soluzione, per niente facile

Il doodle di oggi sarà certamente ricordato come uno dei più belli, senza dubbio. Infatti quello che troviamo sulla home di Google è dedicato a uno dei giochi, della categoria rompicapo, tra i più famosi al mondo. Stiamo parlando del Cubo di Rubik che compie 40 anni, fu infatti inventato nel 1974 dal professore di architettura e scultore ungherese, Ernő Rubik.

Il doodle appena accedete alla home appare come un’immagine dinamica, ma non appena cliccate sopra la stessa immagine, ecco che il Cubo si ingrandisce a diventa quindi “giocabile”, cioè permette agli utenti di cimentarsi a risolvere il cubo. E non è tutto, perchè poi potrete anche condividere su Google+, Facebook, Twitter o via email il vostro risultato. Cliccando sull’icona del punto interrogativo vedrete la breve istruzione che vi invita a muovere il mouse per scegliere il lato sui cui giocare. Per muovere i quadrati colorati, basta cliccarci sopra e muovervi nel senso che preferite. Ora, siamo sicuri che sarete in molti a cimentarvi e per questo vi invitiamo a condividere anche qui i vostri risultati, semplicemente inserendo tra i commenti i vostri risultati in modo da sapere a fine giornata chi è stato il più bravo.

cubo di rubik

Come dicevamo all’inizio, il Cubo venne inventato da Ernő Rubik, professore di architettura e scultore ungherese che lo creò nel 1974. Inizialmente venne chiamato “Magic Cube“, ma successivamente divenne, per come lo conosciamo ancora oggi, il “Cubo di Rubik, “Rubik’s Cube“, nel 1980. Come già sicuramente saprete, ad oggi il Cubo è uno dei giocattoli più venduti al mondo, ne sono stati venduti quasi 300 milioni.

Il Cubo di Rubik si presenta con 9 quadrati colorati su ognuna delle 6 facce del cubo, quindi con un totale di 54 quadrati colorati in maniera diversa. Potrete quindi dire di aver “risolto” quando su ognuna delle 6 facce sarete stati in grado di ottenere 6 colori omogenei. tenete anche presente che le combinazioni possibili sono 43 252 003 274 489 856 000, un numero enorme difficile anche da pronunciare.

Inizialmente Rubik pensava che il Cubo dovesse avere solo scopi didattici e infatti si diffuse tra gli studiosi per risolvere problemi di natura statistica. E quello iniziale era diverso da quello che conosciamo oggi, era infatti di legno e con angoli smussati. ma già nel 1975 Rubik brevetta Cubo e affida alla Polthechnika, azienda produttrice di giocattoli, la distribuzione del giocattolo. Il Cubo resta quasi sconosciuto fino al 1977, ma nel 1980 la Ideal Toys Company compra i diritti per venderlo a livello internazionale e da lì comincia il vero grande successo planetario del Cubo. Solo nel 1982 ne vengono venduti 100 milioni di pezzi.

Qualche settimana fa negli Usa è stata dedicata, proprio in occasione dei 40 anni, una mostra al Cubo di Rubik, da 5 milioni di dollari, e il protagonista era un Cubo d’oro da 18 carati del valore di 2,5 milioni di dollari.

Nonostante alcuni ritenessero che il Cubi avesse ormai esaurito la sua storia, di recente è tornato invece alla ribalta grazie anche ad Edward Snowden, la talpa del caso Datagate, che lo usò per rendersi riconoscibile da due giornalisti a cui diede appuntamento ad Hong Kong.

Allora, fateci sapete i vorti punteggi tra i commenti e buon divertimento, se si può dire.

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Franz Russo Blogger, Digital Strategist
Franz Russo, fondatore, nel 2008, del blog InTime, ho collaborato con grandi aziende nazionali e internazionali, come consulente per strategie di comunicazione e come divulgatore. Da sempre impegnato nella comunicazione digitale, cerco di unire sempre una profonda passione per l’innovazione tecnologica a una visione olistica dell’evoluzione dei social media e degli strumenti digitali. Il mio percorso professionale in questo campo, iniziato nel 2007, è stato caratterizzato da un costante impegno nel raccontare e interpretare i cambiamenti nel panorama digitale. Il mio approccio si basa su un mix di analisi strategica, creatività e un profondo impegno per il racconto e la divulgazione.
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