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Facebook e l’affare WhatsApp: takeover o engagement?

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L’affare WhatsApp concluso da Facebook continua a tenere banco sui Social Media e non solo. La cifra pagata e i retroscena che coinvolgono Google continuano a far discutere. Oggi proviamo ad analizzare l’affare anche dal punto di vista finanziario chiedendoci se si tratti solo di takeover oppure di un’operazione orientata all’engagement

Nei giorni scorsi il mondo si è trovato disorientato di fronte all’acquisizione di WhatsApp da parte del colosso Facebook. Non solo le time-line erano intasate di articoli riguardanti la cifra dell’accordo, ma i professionisti dei Social Media si sono chiesti come questo evento potrà in futuro cambiare una piattaforma pulita e libera come WhatsApp.

[ironia della sorte, mentre scrivo questo post, i server di WhatsApp sono down da circa 3 ore].

Di pari passo le frasi taglienti sono arrivate anche dal mondo della finanza. Capire perché una società che fattura 50 milioni di dollari possa essere pagata ben 19 miliardi è tuttora difficile e cercheremo di spiegarlo nelle prossime righe. Sicuramente il prezzo che vi abbiamo riportato è una semplice moltiplicazione:

costo utente WhatsApp * numero totale utilizzatori.

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Il capitale quindi non è valutato evidentemente solo in base al fatturato o alla capitalizzazione di borsa, bensì al capitale umano, cioè quanto posso guadagnare da un contatto che possiedo dal momento in cui questi è effettivamente attivo.

Le strade tuttavia qui possono essere due e, non essendo Mark, cercherò di mostrarvi le possibilità che si sono aperte con questo acquisto:

  1. WhatsApp è stato acquistato per ingrandire il bacino di utenza di Facebook, rincorrere Google e come Google+ avere persone che quotidianamente aprono un account collegato direttamente al social. L’applicazione è infatti semplicissima, riceve circa un milione di download al giorno e, a differenza di molte altre app, ha ben il 70% di utenti attivi che utilizzano il servizio di messaggistica. In linea insomma con la mission di Facebook indicata nel post di acquisizione: “make the world more open and connected”.
    WHATSAPP_chart_2
  2. WhatsApp è stato acquistato per un takeover crudele e strategico, come ogni buona società quotata a Wall Street che si rispetti deve fare per conquistare il mercato. Si ritene infatti che a breve il traffico mobile possa superare quello desktop. Per questo motivo, avendo perso la sfida in molti mercati sulla messaggistica istantanea, Facebook potrebbe distruggere le basi sulle quali era stata costruita una applicazione:
    tumblr_inline_n19kcby0jA1qzzumw
    Centinaia di milioni di utenti avevano fornito completa fiducia [cioè: rubrica e privacy] grazie a questo piccolo post-it e buttarlo nel cestino potrebbe essere un’ottima strategia per convincere gli utenti a cambiare piattaforma.

Nel primo caso andrebbe velocemente a raddoppiare gli utenti, poiché la crescita di WhatsApp è ormai esponenziale. Nel secondo  caso non avrebbe comunque rimesso nulla, in quanto gli attuali concorrenti di WhatsApp dovrebbero spartirsi la fetta di mercato e Messenger se ne porterebbe via una parte.

WhatsApp era in concreto una concorrente terza oltre a Facebook e Google [che si è scoperto in seguito abbia tentato l’acquisto senza riuscirci] sulla quale gli utenti mobile spendevano circa 25%. Inglobarla o fermarla sono le soluzioni più adeguate per guadagnare istantaneamente terreno sull’avversario. E in questo caso Facebook ha fissato un prezzo per avvicinare chi sembra già avere in pugno servizi imprescindibili nel mondo 2.0!

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Ornella Pesenti
Personal Financial Adviser in costante aggiornamento, lavoro in totale assenza di conflitto di interesse per seguire le esigenze del cliente. Amo il mio lavoro, le tecnologie e la politica.
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